Se desideri conoscere come proteggere efficacemente il tuo patrimonio, allora sarai impaziente di leggere quest’articolo tutto d’un fiato.
Quando pensiamo al fondo pensione il più importante beneficio che ci viene in mente è quello di poter integrare la previdenza pubblica con una rendita aggiuntiva che ci permetta di poter contare su un reddito più consistente durante il pensionamento.
In realtà questo importante strumento di previdenza complementare risulta essere efficace anche per risolvere una serie di esigenze molto più specifiche.
In particolare oggi analizzeremo più in dettaglio come uno strumento di previdenza complementare possa essere estremamente efficace anche nell’ambito della “protezione patrimoniale”, e nello specifico della “protezione ordinaria” e “protezione successoria”.
Quando avrai finito di leggere quest’articolo sarai in grado di valutare, in base alla tua situazione, le migliori opportunità per tutelare il tuo patrimonio.
In riferimento alla protezione ordinaria possiamo rilevare che può essere estremamente efficace per particolari figure professionali, ed in caso di divorzio.
Esistono, infatti, alcune categorie di persone che a causa di posizioni di lavoro particolari, rischiano di trovarsi fortemente esposti in caso di un azione civile a loro carico.
Costoro potrebbero perciò valutare l’adozione di uno strumento di previdenza integrativa in ottica di protezione di una parte del proprio patrimonio.
Come nel caso, ad esempio, degli amministratori delle società di capitali.
Per queste figure professionali vale la piena pignorabilità degli emolumenti (diversamente da quanto previsto per le pensioni pubbliche e gli stipendi dove vige il beneficio della tangibilità limitata).
Infatti una recente sentenza (2017) della Corte di Cassazione ha escluso la natura subordinata e parasubordinata del rapporto di lavoro tra gli amministratori e la società per la quale operano.
L’articolo 11 del d.lgs 252/2005, invece, sancisce il principio di intangibilità delle somme versate nella previdenza complementare.
Perciò tutti i contributi che si trovano all’interno del fondo pensione non possono essere oggetto di espropriazione forzata nell’ambito del processo civile.
Ne consegue che tutte le somme conferite nella fase di “accumulo” sono impignorabili ed insequestrabili.
Mentre nella fase di erogazione della prestazione, sono presente alcuni limiti che sono gli stessi previsti per le pensioni pubbliche, ovvero la pignorabilità limitata ad 1/5 , 1/7 od 1/10 di quanto percepito.
Risulta allora evidente che per questi soggetti decidere di destinare parte della loro retribuzione alla previdenza complementare , si dimostrerebbe una scelta saggia.
Non solo per ottenere un importante integrazione alla propria pensione pubblica, ma anche per il raggiungimento di una piena protezione del patrimonio personale, perché il montante maturato non potrà assolutamente essere escusso in nessuna circostanza da parte delle autorità.
Un altro caso in cui il fondo pensione può essere un’importante strumento di protezione è il divorzio.
Infatti, la legge concede, al coniuge divorziato che percepisce l’assegno periodico di divorzio, il diritto di ottenere anche il 40% del trattamento di fine rapporto dell’ex coniuge, maturato durante gli anni di matrimonio.
Possibilità questa che viene chiaramente esclusa , qualora il TFR sia destinato ad un fondo pensione , poiché come da giurisprudenza, tutte le somme versate al suo interno sono considerate contributi previdenziali ed esulano perciò da quanto previsto dalla legge sui divorzi.
Per ciò che concerne, invece, la protezione successoria va detto che deve essere giustamente considerata al fine di pianificare al meglio una protezione patrimoniale efficace ed efficiente.
In materia di successione è opportuno sottolineare che è ormai assodato che i fondi pensione, oltre ad essere equiparati alla previdenza pubblica, sono sempre esclusi dall’attivo ereditario, in merito all’applicabilità delle imposte di successione.
Questo perché gli eredi acquisiscono il beneficio “iure proprio” ovvero come un diritto a sé stante, e non “iure successionis” che deriva cioè dal “de cuius” (la persona deceduta).
Tutto ciò implica che, nel pieno rispetto di quelli che sono i dettami sanciti dal codice civile, è perfettamente legittimo designare beneficiari caso morte diversi dagli eredi previsti dalla legge (sempre prestando attenzione a non ledere le quote di legittima).
Con l’ulteriore vantaggio che se gli eredi legittimi ed i beneficiari sono i medesimi, il diritto di quest’ultimi permane anche in caso di rinuncia all’eredità.
Il fondo pensione, dunque, si rivela uno strumento particolarmente utile ed efficace nel pianificare la successione perché consente di bypassare la rigida disciplina prevista nel codice civile per ciò che concerne asse ereditario ed eredi.
Quest’ultimo infatti assicura al beneficiario , in caso di dipartita del “de cuius”, di ricevere le somme in esso accumulate senza che queste siano gravate da particolari vincoli o specifici oneri fiscali.
Per approfondire l’argomento ed ottenere un’analisi personalizzata fai click sul bottone in basso e candidati alla tua consulenza gratuita.
Una consulenza mirata è imprescindibile per poter cogliere al meglio tutti i vantaggi che il fondo pensione e la previdenza complementare è in grado di riservare.
VIDEO GRATUITO: Come ottenere una pensione integrativa tramite una strategia personalizzata senza più temere la povertà dopo il pensionamento
©2020 GiuseppeIanniello.com - Privacy Policy - Cookie Policy
©2020 GiuseppeIanniello.com - Privacy Policy - Cookie Policy